La pittura di Luca Viapiana arriva a Primavera dei Teatri
CASTROVILLARI – manca poco ormai all’inizio della XVI edizione di Primavera dei Teatri. Lo storico appuntamento teatrale organizzato da Scena Verticale che si terrà in città dal 29 maggio al 2 giugno. Tra le iniziativedi questa edizione, presso il Protoconvento Francescano, ci sarà la possibilità di ammirare la personale di pittura dell’artista catanzarese Luca Viapiana intitolata “Inchiostropagano”. La personale sarà inaugurata venerdì 29, alle 19.30. Abbiamo colto l’occasione, rubando un poco di tempo alla’artista per conoscerlo meglio.
La sua formazione pittorica risale ai primi anni ’80, da bambino insomma, ma quando ha intuito che questa era la strada giusta?
Francamente non so se o quando l’ho intuito, ma ho memoria del piacere di tenere in mano una matita fin dal principio dei miei ricordi. Disegnare è sempre stato per me un qualcosa di naturale. Disegnavo dal vero, con carboncino o sanguigna, fontane e nature morte di vario tipo. O calciatori in pose atletiche. Ho sempre sentito prossimo e stimolante l’universo visivo, molto più di quello dei suoni o delle forme plastiche. E ho sempre amato ubriacare i miei occhi. La natura silente ed evocativa del Segno bidimensionale è sempre stata totalmente in linea con il mio tipo di sensibilità.
I suoi quadri sono realizzati con gli scontrini provenienti da singole persone. Quando è stata realizzata la tua prima opera e da dove nasce questa straordinaria idea?
Ho vissuto a Firenze per diversi anni. In molte case che frequentavo, di studenti o pittori, mi capitava di imbattermi in mazzi di scontrini fiscali messi da parte per dividere le spese. Mi incuriosiva l’idea di analizzare cinicamente i movimenti di una determinata persona perché il metterli tra loro in relazione mi restituiva sempre una ragnatela di eventi irripetibili, mi restituiva mappe esistenziali. Era come un voyeurismo a posteriori. Nel 2001, dopo tanti anni in cui avevo sperimentato vari materiali, ho realizzato il mio primo quadro fatto con scontrini, un autoritratto, quadro che sarà presente nel protoconvento francescano di Castrovillari. Per storicizzare quel momento ho usato, per l’unica volta, scontrini rubati al mio quotidiano.
Quali sono i messaggi umani fondamentali alla base della sua produzione artistica?
Non ci sono messaggi unidirezionali nei quali io mi identifichi o che io cerchi di veicolare. Per fortuna, a detta di molti, molte mie opere sintetizzano concetti non del tutto riconoscibili e definibili. Sicuramente, proponendo un prodotto artistico fortemente estetizzato e figlio di una società ebbra di verità costruite, cerco sempre di porre l’accento sulla caducità di quest’ultime e su quel relativismo che spesso tendono a confutare.
Parliamo della mostra “Inchiostropagano”. Come nasce la circostanza di partecipare a questo evento?
Nel dicembre 2014 ho esposto, a Catanzaro, all’interno del progetto d’arte contemporanea “Concentrica”, a cura di Stefano Morelli. In quell’occasione ho incontrato Settimio Pisano, che cura la direzione organizzativa di “Primavera dei Teatri” e che mi ha proposto di partecipare alla sua sedicesima edizione. Nei mesi successivi abbiamo approfondito il discorso. Ho sempre seguito con ammirazione le attività di Scena Verticale ed è per me un grande piacere ed un onore prender parte ad una rassegna che reputo coerente, coraggiosa ed autentica. Nonché piacevolmente frizzante.
Quali opere esporrà e quale orientamento tematico seguono?
Esporrò opere di ultima produzione, sospese in una dimensione onirica e poco rassicurante, affiancate da alcuni pezzi con approccio più iconografico e risalenti a qualche anno fa, a quel periodo in cui, dopo il lungo stop dovuto all’incidente che mi ha causato la perdita dell’uso delle mani, andavo riappropriandomi della Pittura. Fino ad arrivare alla mia prima opera realizzata con scontrini fiscali, un autoritratto del 2001. Ciò che accomuna le opere esposte, al di là del leitmotiv materico rappresentato dalla carta termica, non concerne le tematiche sacre o sociali che di volta in volta svolgono, bensì, quella spiritualità anelata verso cui tendono.
Ci sono degli artisti e/o delle correnti, che apprezza in modo particolare?
Io apprezzo molto gli artisti che non riesco a capire, ma nelle cui opere intravedo la presenza di un’anima. Li apprezzo perché stimolano in me un processo di approfondimento.
Se dovesse dare una breve definizione sul concetto di arte in generale?
A mio parere, al di là delle definizioni formali delle varie forme d’arte codificate, un concetto di Arte vero e proprio non esiste. Perché un tale concetto ha senso solo nella misura in cui è capace di aggiornare costantemente la propria definizione. In questa ottica l’Arte, come una galassia in espansione, è un ambito potenzialmente infinito e capace di accogliere sempre nuove manifestazioni umane.
Generalmente la pratica dell’arte viene inizialmente abbracciata con finalità ludiche. Col tempo, nei casi più fortunati, diventa un momento necessario ed esclusivo attraverso cui tirar fuori quella grazia che spesso alberga nell’animale uomo e attraverso cui relazionarsi con curiosità infantile col mondo circostante. Credo quindi che, anche guardando al di là delle forme d’arte canoniche, qualsiasi abitudine creativa, se coltivata e condivisa, possa anche rappresentare una forma costruttiva di autoanalisi.